1 0ttobre 2010: Ruben compie 2 anni
1 0ttobre 2010: Ruben compie 2 anni
Benvenuto e apertura lavori ing. G. Orsi
Buon giorno ancora a tutti, volontari, ospiti, rappresentanti della rete di Ruben.
Una brevissima introduzione per non togliere tempo agli ospiti, in un programma particolarmente denso
Grazie per essere qui al nostro 4 incontro. Il primo da quando noi volontari di Ruben ci siamo costituiti in Associazione proprio per poter proseguire anche con altre forme di assistenza, il percorso iniziato dalla fondazione Ernesto Pellegrini onlus con il Ristorante Ruben.
Grazie al Presidente Pellegrini, a Ivana, Valentina Alessandro che hanno voluto essere qui con noi oggi: è grazie al loro senso di solidarietà e generosità che Ruben può operare. Grazie da parte di tutti noi.
In questa seconda parte della mattinata che condividiamo con tutti voi della rete di Ruben ci poniamo due obiettivi:
- Il primo è quello di sentire da parte di persone che vivono ed operano su questo territorio quale è stato l’impatto, se c’è stato, della presenza di Ruben nel quartiere Giambellino ed ascoltare i loro suggerimenti su come operare meglio
- Il Secondo è quello di presentare a tutti voi due progetti che come Associazione Volontari di Ruben ci proponiamo di attivare nei prossimi mesi.
Due progetti che se o meglio quando, attuati daranno una prospettiva diversa ai nostri commensali.
Come ho già avuto modo di dire, e mi piace ribadirlo con forza in questa sede, il nostro “fare il volontario” non vuole e non deve esaurirsi nel contribuire al soddisfacimento di un bisogno delle persone che si rivolgono a noi , ma vuole essere un contributo a risolvere i loro problemi, quelli che li hanno messi in situazione di fragilità, e quindi rimuovere la necessità di venire da noi.
Dopo il ristoro che la fondazione Ernesto Pellegrini offre loro attraverso il ristorante Ruben noi, con la nostra associazione, vogliamo aiutarli a riprendere il cammino là dove lo hanno interrotto
Vogliamo cioè impegnare le nostre risorse fisiche ed intellettuali in azioni che possano rimuovere la causa del loro venire da Ruben ascoltandoli nei loro racconti di vita ed aiutandoli innanzitutto a trovare un lavoro, la cui perdita è la causa prima del loro essere in stato di bisogno.
Noi pensiamo che Il lavoro debba essere considerato parte integrante dei valori dell’ uomo. Quel lavoro che è si un diritto, ma anche e soprattutto uno dei fattori nobilitanti il nostro esser uomini, cioé essere capaci di pensare, fare, trasformare.
Per questo io ritengo che dovrebbe essere introdotta in dottrina ma soprattutto praticata una ulteriore opera di misericordia corporale, la ottava e oggi la più importante: dare un lavoro a chi non l’ha
In genere però quando parliamo di lavoro, soprattutto in Europa, parliamo di tipologia di contratti piuttosto che di contenuti. Tutto si esaurisce nel dibattito sulle tutele per i lavoratori e le garanzie che questi possono offrire ai poteri economici. Le prime soprattutto da parte sindacale. Le seconde da parte del sistema economico che considera, per esempio l’accesso al credito solo in base alle garanzie che il lavoratore-attraverso il suo contratto, può offrire e non in base alla sua volontà o capacita di lavorare. E queste due posizioni, durante questa crisi , sono state devastanti per moltissime persone.
É importante ritornare a mettere al centro, l’uomo lavoratore, non il suo contratto.
E’ perché uno ” lavora” il motivo per cui deve ottenere il mutuo per la casa, avere le agevolazioni per la famiglia e tutti i necessari supporti sociali. Non perché fa quel lavoro con quel contratto, quelle tutele o quelle garanzie!,
É il lavorare, non il tipo di lavoro o di contratto che dà dignità all’uomo. ….. è il lavoro, non quel lavoro che lo nobilita. Per questo noi vogliamo offrire ai nostri commensali un lavoro in attesa che ritrovino il lavoro.
Ne abbiamo avuto un esempio con la vendemmia in Franciacorta: un gruppo di 30 commensali ha trovato lavoro presso una cooperativa di vendemmiatori: 30 Ruben tra 2500 polacchi ed indiani: nonostante tutte le difficoltà , superate proprio per l’impegno dei nostri volontari, le persone che hanno fatto questa esperienza l’hanno ritenuta particolarmente gratificante non solo per gli € guadagnati in pochi giorni (per molti di loro non accadeva da tempo) ma per la dignità ritrovata nel sentirsi necessari.
Come ci hanno scritto a vendemmia ultimata.
E questa stretta relazione tra il dare da mangiare a chi ne ha bisogno e il dare il lavoro a chi non l’ha è uno dei valori fondanti dell’associazione Amici di Ruben
Ecco quindi il primo progetto : dare una opportunità di lavoro ai commensali di Ruben come manutentori di alcune case di MM casa, pagati da uno sponsor privato. MMcasa a sua volta , con le modalità approvate dal Comune , metterà a disposizione di Ruben una piccola quantità di appartamenti per esigenze abitative emergenziali dei commensali di Ruben. Un ciclo virtuoso che coinvolge pubblico, privato, terzo settore. Un micro progetto che escalato o moltiplicato può dare un contributo importante al sistema welfare di Milano
presenteranno questo progetto: la dott ssa Pezzulla di MMcasa, ing Matteo Colombo do PWC, Davide Locastro di Rescogita. Interverrà l’assessore Rabaiotti.
il secondo progetto “solidarietà 5.0 parte dalla considerazione che quello della solidarietà è un sistema complesso che potrebbe trovare un significativo aiuto nelle tecnologie digitali diffuse.
Ci siamo posti questo tema , e ora lo poniamo a tutti i volontari di Ruben, e alla nostra rete ; vogliamo auto-sfidarci su un tema impegnativo: la digitalizzazione della solidarietà per rendere più efficace la nostra missione ma anche come modello per altri .proprio nell’ottica che ci siamo dati di fare di Ruben un progetto pilota. Con questo progetto avremmo l’ambizione di portare la persona in bisogno al centro del sistema di welfare anziché essere un anonimo assistito dai diversi fornitori di sostegno, spesso scollegati tra loro. Vorremmo che ogni persona in bisogno potesse avere una propria cartella sociale, accessibile a tutti i provider dei servizi di sostegno che potrebbero così intervenire in modo coordinato comprendendo tutte le fragilità e quindi tutte le necessita di quella singola persona evitando di proporre soluzioni parziali con jl rischio di essere in contrasto tra loro , ma anche evitando sprechi e duplicazioni. Sarebbe un bel conseguimento per la Milano resiliente che tutti vogliamo.
Di questo progetto parleranno dott Ucellatore, direttore ristorante Ruben, ing. Fiori, dirigente industriale esperto /appassionato di informatica/prof Trucco del POLIMI e l’assessore Majorino.
Come spieghiamo nel nostro bilancio sociale, Le storie dei nostri commensali, , ci indicano una tipologia di bisogno che nella perdita del lavoro e quindi nell‘ assenza di reddito ha la sua manifestazione piu evidente ma celano spesso un disagio più profondo e complesso, esito di storie che hanno in breve tempo generato una spirale di decadimento spesso incredibilmente rapido nella loro dimensione psichica e sociale
Con questi due progetti, unitamente agli altri che l’associazione sta valutando e di cui abbiamo parlato nella prima parte della mattinata, vogliamo lavorare nei confronti dei nostri commensali proprio in quello spazio che si colloca tra la perdita del lavoro ed il suo auspicato ritrovamento affinché la persona arrivi o ritorni ad avere le condizioni sociali e motivazionali che le permettano di rientrare definitivamente nel mondo del lavoro o nella categoria sociale che gli compete e di essere in grado di esercitare in maniera piena i propri diritti-doveri. Solo in quel momento il nostro compito di volontari, nei confronti di quel Ruben, potrà considerarsi compiuto. E quel Ruben. come qualche volta è già capitato , potrà venirci a trovare al ristorante solo per salutarci.
Il momento più bello della nostra storia comune