28/01/2005

L’elicottero presidenziale US101

Il 28 gennaio 2005 alle 22 ora italiana, chiusa la borsa di New York, il Pentagono annuncia che Lockheed Martin si è aggiudicata il programma VH71, l’elicottero per il trasporto del Presidente. Una notizia che ha sorpreso tantissimi ma non noi che quel programma lo avevamo stimolato, modulato e fortemente voluto. Non potevano altro che scegliere il nostro elicottero fatti salvi due fattori: che il Presidente accettasse di volare su un elicottero di origine non americana e che il Pentagono o meglio il WHMO (White House Military Office) non derogasse dalle specifiche da loro stesso emanate. Se questi punti non fossero stati messi in dicussione, la nostra era l’unica soluzione. E così è stato.

I nostri rapporti con il Pentagono e con l’industria americana in quegli anni si sono rafforzati tantissimo: i miei viaggi a Washington erano settimanali o comunque plurimensili; l’esperienza fatta in USA negli anni 90 con il network di conoscenze che avevo costituito sono stati elementi cruciali del nostro successo. Numerose le visite di politici e alti funzionari dell’amministrazione e delle Forze armate. Tra gli altri John Young, capo delle acquisizioni del pentagono, Delores Etter, sottosegretario della US Navy  responsabile del programma presidenziale , John Murtha deputato democratico della Pensilvania e potentissimo capo dell’appropriations committee della camera.

La vera storia.

Tutto inizia nell’autunno 2000 quando un evento che coinvolge i vecchi Sikorsky SH3D trapela dallo strettissime maglie che circondano le operazioni del Marine One. Quel giorno ero a Washington con il nostro responsabile USA Steve Moss: l’informazione che aveva ricevuto lo aveva lasciato perplesso.

Il programma originale della Casa Bianca per la sostituzione del “Marine one” era quello di adottare il convertiplano V22 sviluppato da Boeing e Bell e fortemente voluto dai Marines: per questo nessuno aveva sviluppato un nuovo elicottero per quella specifica esigenza.  Il programma V22 continuava tuttavia a slittare e c’erano dubbi sull’opportunità di far volare il Presidente su un mezzo con tecnologia non matura. Intanto i Sikorsky SH3D, in servizio dagli anni sessanta, continuavano ad invecchiare ed erano mantenuti efficenti e sicuri a costi altissimi. Ma soprattutto avevano un limitato impiego operando per lo più solo tra la Casa Bianca e l’aeroporto Andrew AFB o la residenza di Camp David. Le nuove strategie prevedevano invece un impiego dell’elicottero, su maggiori distanze e con la garanzia della “continuity of the government”.

Una coraggiosa visita di Moss al WHMO con una semplice proposta: l’impiego di alcuni EH101 come interim in attesa della maturità del programma V22. Presidente: Bush; chief of staff, da cui dipendeva il WHMO: Andrew Card che si affaccia in ufficio durante l’incontro. Dopo poche settimane un gruppetto di Marines fa alcuni voli sugli AW101 della RAF in missione negli Stati Uniti. Ad inizio 2001 organizziamo una campagna dimostrativa in USA, supportati dalla RAF e portiamo l’elicottero in alcune basi della Navy, dei Marines, dell’Aeronautica. Facciamo volare membri del congresso e decision makers. I de briefing con i nostri piloti erano positivi e per quanto ci dicevano lo erano anche i rappoti ufficiali. C’era un certo entusiasmo soprattutto da parte dei Marines e dei servizi segreti che vedevano l’opportunità di trasportare POTUS (President of The United States) su un mezzo appropriato in tempi relativamente brevi.

Ma poi ecco l’11 settembre e tra i moltissimi destini che ha cambiato c’è stato anche quello dell’elicottero presidenziale.

L’attacco a Washington aveva dimostrato l’assoluta inadeguatezza del piano di evacuazione del goveno cui deve provvedere in caso di emergenza la flotta di elicotteri presidenziale (White Top) e pertanto il dibattito sul rinnovo della flotta di elicotteri divenne non solo pubblico ma addirittura centrale. Addio speranza di fornitura diretta, ci sarebbe stata una gara e che gara! Ma a quel punto sarebbe stata impossibile farla solo CONUS (CONtinental United States – cioè solo domestica) come qualche costruttore americano chiedeva: il germe dello EH101 o US101 o Merlin – comunque lo si chiamasse- era entrato nel corpo dei Marines.

La gara fu internazionale: scegliemmo Lockheed Martin come partner americano (società non elicotteristica e pagheremo un certo prezzo per questo) ed iniziammo la grande avventura che avrà il suo primo epilogo il 28 gennaio 2005

Quella sera il 28 Gennaio eravamo in una ventina a Cascina Costa ad aspettare il verdetto. Era il compleanno di mio figlio Francesco e a casa mi aspettava una torta. Mia moglie l’ha portata in ufficio e abbiamo festeggiato con quella: parchi come sempre, noi di Agusta. E scaramantici.

Alla Lochkeed Martin di Owigo erano in centinaia, con Hillary Clinton in prima linea davanti ai suoi costituents e senza rete: pronta a gioire con loro -come è stato- o a rincuorarli se la scelta fosse stata diversa. Un rapporto intenso quello tra i costituents e i politici che li rappresentano, grande fondamento della democrazia americana.

Da quel giorno per AgustaWestland è iniziata una nuova era.